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Donne e rappresentanza nelle amministrazioni comunali, se ne discute il 3 marzo

Data pubblicazione: 24.02.2011
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Le donne e la rappresentanza. Una lettura di genere nelle amministrazioni comunali è il titolo del seminario che si terrà giovedì 3 marzo alle 16:30 in Aula 3 della Scuola Superiore Sant'Anna. L'incontro, promosso dal Comitato Pari Opportunità della Scuola, prende spunto dalla pubblicazione condotta da Cittalia Fondazione ANCI Ricerche e prevede l'introduzione di Anna Loretoni, Presidente Comitato Pari Opportunità della Scuola Superiore Sant’Anna. 

Seguono gli interventi di Marisa Nicchi, curatrice del volume, Elisabetta Catelani del Dipartimento di Istituzioni, Impresa e mercato dell'Università di Pisa, Marilù Chiofalo, Assessora alle Pari Opportunità del Comune di Pisa e Luana Russo, perfezionanda della Scuola Superiore Sant’Anna. 

Lo studio di Cittalia Cittalia Fondazione ANCI Ricerche traccia l’identikit delle amministratrici nei comuni italiani, che sono appena il 18% sul totale degli amministratori locali (i Comuni amministrati da donne raggiungono a malapena il 10% scendendo al 5% nei Comuni del Sud Italia e addirittura sotto il 4% nei comuni di maggiori dimensioni demografiche), individuandone ruoli, titolo di studio, distribuzione territoriale, età, attraverso una comparazione tra governo locale e nazionale.

Il quadro a livello nazionale non sembra essere più confortante rispetto a quello locale. Nonostante il cambio di rotta e i sensibili miglioramenti nelle ultime elezioni politiche (aprile 2008), che ha visto l’Italia passare dal 67° al 53° posto nella classifica mondiale per presenza di donne in Parlamento (secondo i dati di un’indagine dell’Inter-Parliamentary Union), si registra ancora una esigua partecipazione femminile alla vita politica.

I numeri parlano chiaro: alla Camera si è passati dal 13,1 % del 1994 al 10,1% del 1996 arrivando al 21,3% nel 2008 con una percentuale del 18% al Senato. L’indagine Cittalia pone infatti in evidenza la contraddizione esistente tra il riconoscimento formale, sul piano legislativo, della parità di genere e la situazione di scarsa rappresentanza e partecipazione femminile alla vita politica e istituzionale del Paese. Qualcosa pare però si sia mosso nell’ultimo decennio. Dall’enunciazione formale dei diritti si è passati a politiche di genere concrete che trovano ampio spazio nell’agenda politica italiana ed europea. E’ nel corso degli anni Novanta che si afferma, soprattutto a livello europeo, una visione globale rispetto alla disparità di genere con l’attuazione di programmi d’azione che sviluppano nuovi modelli di intervento in aree come i servizi per l’infanzia, la partecipazione delle donne nei processi decisionali e la rappresentanza politica come pure l’affermazione della strategia del mainstreaming adottata a partire dalla IV Conferenza Mondiale sulle donne di Pechino (1995).

Un deciso cambio di rotta, che ha permesso di intervenire con azioni positive sulle disuguaglianze di genere anche al di fuori del contesto lavorativo (dal welfare alla politica, alla violenza di genere ecc.). Il volume si conclude con le esperienze e le interviste alle amministratrici locali che stanno portando avanti progetti e iniziative nella direzione della rappresentanza di genere negli organismi pubblici individuando best practices da replicare anche nelle amministrazioni meno “virtuose”.